Nomine Ue, leader in campo: l’Europa diventa politica

Nomine Ue, leader in campo: l’Europa diventa politica

Press quote (Europaquotidiano)
Agata Gostyńska-Jakubowska
29 August 2014
Agata Gostynska, esperta di istituzioni europee al Center for European reform (CER) di Londra, ha parlato di una sorta di diplomazia “dell’ora di pranzo”: van Rompuy "ha fatto in modo che le questioni più delicate fossero discusse a tavola", faccia a faccia, scavalcando gli apparati tecnici dei vari governi. E sulle questioni economiche, centrali in questi cinque anni, van Rompuy si è comportato da moderato, a metà strada tra rigoristi e socialdemocratici.

Come se la caverà il premier polacco? "Tusk non è né un falco né una colomba sulle politiche fiscali", ci risponde Gostynska, che è stata anche consulente del governo di Varsavia. "È un candidato che va bene al blocco dei paesi del Nord, ma l’evoluzione della sua politica economica lo avvicina agli stati che chiedono misure maggiormente espansive". Dal punto di vista personale, però, non somiglia al belga: "È un politico ambizioso, abituato a tenere in mano le redini della situazione. Potrebbe faticare ad adattarsi al nuovo ruolo, che chiede la ricerca del consenso tra i leader europei. Ma è un pragmatico, può imparare in fretta".

Facile immaginare che Tusk voglia interpretare il suo ruolo in modo più vigoroso del predecessore. E questo potrebbe riguardare anche il rapporto con Federica Mogherini: "C’è una leggera sovrapposizione tra le competenze del presidente del Consiglio e quelle dell’Alto rappresentante" – prosegue Gostynska. "Se il presidente vorrà farsi sentire sulla politica estera, non si possono escludere tensioni sulle competenze".